La cultura vegetariana e vegana stanno avendo il loro impatto costruttivo anche nella vinificazione e nelle pratiche in cantina. Effettivamente sono due filosofie di vita che stanno portando dei cambiamenti molto positivi nella produzione del nettare che solo all’apparenza è fatto di succo d’uva fermentato.
#OttimoBlogNews :: La nostra rassegna bi-settimanale di notizie piu o meno appetitose e/o di tendenza. Decidete voi 😉
Ma il vino è vegano?
Bella domanda!
In realtà bisogna fare molta attenzione, perché nella vinificazione tradizionale entrano almeno quattro prodotti di origine animale, largamente utilizzati:
- le colle di pesce (come chiarificante);
- gelatina (come chiarificante e detanninizante);
- caseina (chiarificante e stabilizzazione per vini bianchi);
- albumina (floculante, usato nella filtrazione dei vini rossi).
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Quali sono le sostanze impiegate nella vinificazione vegan: per chiarificare, depurare, renderlo meno torbido il vino? Sostanze organiche o proteiche o minerali? Sapevi che ci sono chiarificanti naturali di origine vegetale come l’agar agar e gli alginati? … Continua su Vegan3000
Secondo Slow Food, un buon vino vegan deve provenire da agricoltura biologica o biodinamica certificata; sia in vigna che in cantina non devono essere utilizzate sostanze organiche (di origine animale) e che la vendemmia deve essere fatta preferibilmente a mano”… Continua su Slow Wine
Il vegan ha conquistato anche il mondo del vino italiano, dove sta crescendo sempre più la richiesta di questi vini. Lambrusco, Negramaro, Chianti, tanti sono i produttori che hanno iniziato a produrre vino vegano.
Ma oltre a prevedere la totale assenza di derivati di origine animale nei prodotti, bisognerebbe controllare che anche il packaging o le colle utilizzate per applicare le etichette siano vegan friendly… Continua su Vegolosi

Aperitivo vegan friendly!
Ecco due ricettine “facili facili” e “buone buone”, che Ottimo! offre sempre con grande successo, per un aperitivo leggero e delizioso.
I Falafel di ceci e la Majonesa (sì, con la a finale; qui c’è anche la j per la versione romanesca), una salsina perfetta per accompagnare le polpettine di ceci! ❤
Scarti alimentari e moda sostenibile
Con un mercato europeo sempre più attento a scarti e rifiuti, aspettiamoci di vedere molta più “moda vegetale e di recupero” in passerella. Capi realizzati con materiali riciclati da scarti e sottoprodotti dell’industria alimentare:
- pelle ricavata da funghi o cactus, eucalipto, mais, bucce di banana o ananas, canna da zucchero, fondi di caffè, alghe e gomme naturali;
- ma anche filati ottenuti da gusci di granchio o dalla plastica ripescata in mare e nylon rigenerato recuperando vecchie reti da pesca.
- Le scarpe post-petrolio, anche da corsa, che siano performanti e con un basso impatto ambientale di produzione. La corsa all’aria aperta è ormai lo sport più praticato sia tra principianti che professionisti e la produzione di “sneakers” è tra le lavorazioni che immettono più CO2 nell’atmosfera 😳 (rispetto a tutto ciò che indossiamo).
- Olio di semi di ricino per le solette interne,
- bottiglie di plastica per i lacci,
- derivati dalla canna da zucchero per le suole delle scarpe.
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