Ma come si fotografa il cibo? Bella domanda!
Sicuramente non significa solo scattare quello che c’è nel piatto per colazione o pranzo o cena.
A meno che tu non sia un fotografo professionista, (nel qual caso questo articolo non fa per te), per rendere le tue foto assolutamente da guardare, devi considerare una serie di fattori.
Il cibo è il protagonista onnipresente nella nostra vita e nelle immagini di tutti i giorni, il fatto che sia spesso a portata di mano, lo ha reso un soggetto molto raffigurato nel mondo della fotografia. Ma per creare immagini che fanno venire l’acquolina in bocca, spalancare gli occhi dalla sorpresa e le narici come per inalare profumi immaginati, ci vuole occhio e tecnica.
Un campo creativo in crescita constante, ricco di figure professionali sempre in attvità: dai fotografi ai food stylist, l’industria della pubblicità, ai buongustai, food blogger o instagrammer, che escogitano continuamente nuovi modi di presentare il cibo – sia come espressione edibile che artistica. È chiaro quanto il cibo possa essere simbolico e ritualistico.
Oggi, chiunque abbia uno smartphone può scattare foto stuzzicanti, che si tratti di un ristorante, un mercato o la cucina di casa. Ci sono un’infinità di immagini (più o meno belle), tutte in qualche modo singolari perché espressione di quei momenti creativi che ispirano a realizzare carte topografiche con gli ortaggi, geometrie di gelatine modellate in piatti kitsch, crostate con reticoli intricati o innumerevoli tipi di pasta colorata.
Dalla preparazione fino all’utilizzo delle immagini, la chiave è l’organizzazione:
- l’ideazione e la preparazione; poi
- scatta – sai di cosa sto parlando;
- importa – dalla fotocamera a un computer;
- seleziona – le immagini che ti piacciono;
- modifica e ritocca – correggi le tue immagini: colore, contrasto, nitidezza, angolazione, saturazione, tagli, rimozione delle imperfezioni … (Impara a lavorare con le copie e lascia gli originali in archivio, per ogni evenienza).
- Salva – gli originali ad alta risoluzione (quella che hai scelto per scattare), e la copia a 72 dpi (punti per pollice): è la risoluzione web-friendly.
- Copia e archivia – sul computer, disco rigido esterno, anche online (per accedervi da qualsiasi luogo).

Ecco alcuni suggerimenti che possono tornare utili nelle varie fasi del processo creativo.
1. Impiattare
“Impiattare: disporre con cura ed eleganza una vivanda nel piatto per poi servirla.” Accademia della Crusca, elenco delle parole nuove
A differenza della cucina di tutti i giorni o di quella dei ristoranti, qui si parla di impiattare per la macchina fotografica.
Il miglior consiglio che abbia mai avuto è stato quello di preparare e cuocere gli ingredienti separatamente, quindi assemblarli in seguito. È la pratica che permette di disporre i vari componenti a seconda delle esigenze: tempi e look finale. Si comincia con il preparare gli elementi che durano più a lungo e si finisce con quelli più fragili; da disporre poi su teglie rivestite di carta forno fino al momento in cui si è pronti a impiattare per scattare.
- Scegli il punto di vista (l’angolazione della macchinetta),
- da dove proviene la fonte di luce, e
- pensa alla disposizione del cibo: come lo vedrà la fotocamera?
A questo punto, armati di pinzette, carta assorbente e di aceto bianco per pulire – la ricetta può essere assemblata, inserendo i vari elementi un po’ qua un po’ là (anche per riempire gli spazi vuoti); le salse si aggiungono a pennello o cucchiaio, mentre i pezzetti di erbe o briciole con la pinzetta.
È il momento dei props, tutti quegli oggetti di scena che ti aiuteranno a creare l’atmosfera.
In generale è meglio partire con:
- vasellame o stoviglie semplici.
- piatti piccoli, tovaglie o tovagliette sul bianco, (tutto perfettamente pulito), così che cibo sia il protagonista. (Ci sono molte sfumature di bianco, alcune sono calde e altre fredde).
Ricorda di:
- mantenere il bordo del piatto libero e pulito, senza sovraccaricarlo, è più elegante.
- Investi in oggetti di scena. (Piatti, posate, tovaglie, carta forno più o meno scura, taglieri di ogni dimensione e materiale).
- Lavora sui contrasti. Se cibo e piatto sono di colore chiaro avranno uno sfondo scuro, e viceversa. E se qualcosa è marrone, aggiungi elementi colorati per ravvivare il piatto (erbette fresche, peperoncini rossi, salse in toni contrastanti o scorzette di agrumi, ecc.).
Parliamo di composizione
- Una composizione informale dà l’idea di comfort, (uno stile casual – asimmetrico).
- Disporre i vari elementi in modo ordinato (o ordinatamente casuale) crea una composizione di design grafico.
- Se il cibo va composto, (tipo un’insalata mista o di riso), non va sistemato troppo. Le foglioline particolarmente belle vanno integrate nell’insieme, e i piselli dovrebbero essere nel riso non sopra.
- Due elementi uguali che vanno nella stessa direzione (linee parallele) attirano l’attenzione.
- L’altezza nella disposizione dà agli alimenti volume e una sensazione di leggerezza. Tutto ciò che è adagiato tende ad appiattire e va usato con attenzione.
- Disporre degli alimenti affettati verso la fotocamera o che si allontanano da essa, produce due look diversi.
- Considera le dimensioni, le curve e le forme dei cibi integri, l’eleganza della frutta o delle verdure crude, potrebbero essere degli meravigliosi oggetti di scena.
Ricorda: “less is more! (meno è meglio). Un piatto, o un set, troppo pieno può sembrare così poco attraente.
2. Illuminazione
Tanto si può fare con la luce. Ci sono accorgimenti che possono fare la differenza e l’illuminazione ne è la chiave.
La luce, naturale o artificiale, può essere calda o fredda; morbida o dura, e tutto ciò che sta nel mezzo. Può provenire da una candela, una lampada da tavolo, una torcia, da un flash professionale o dal sole.
Il mezzo visivo è profondamente soddisfacente per me, racchiude tutto ciò che amo: cibo, colore, proporzione, forma, narrazione, composizione e luce. (Matt Armendariz)
A seguire la seconda parte dedicata all’illuminazione
Per approfondimenti leggete anche questo mio altro articolo su come fotografare il cibo
2 pensieri su “Ma come si fotografa il cibo?”