Se dico arancini qual è la prima cosa che vi viene in mente? La risposta è quella: riso e Sicilia.
Ma si dice arancino o arancina? Secondo l’Accademia della Crusca entrambe le forme sono corrette; ecco cosa dicono:
“Il genere del nome che indica la specialità siciliana a base di riso […] divide in due l’isola: arancina (rotonda) nella parte occidentale e arancino (rotondo o a punta, forma che potrebbe essere ispirata dalla figura dell’Etna) nella parte orientale, con l’eccezione di alcune aree nella zona ragusana e in quella siracusana.”
Ma le polpette di recupero esistono a tutti i livelli, in tutte le nazioni, regioni, città, rioni e palazzi.
Non credo ci siamo ritrovamenti di arancini mummificati nell’antico Egitto o tra le fila dei guerrieri di terracotta cinesi, ma quel che è certo è che a casa mia le polpette di riso erano il “must” assoluto di mia nonna. Con buona pace degli archeologi.
Oggi però facciamo incontrare la tradizione nostrana con il nord Africa, con gli arancini di cous cous.

Arancini o arancine?
Degli arancini veri e propri mantengono solo il nome perché gli daremo una forma piccola da finger food e questo ci consentirà di proporli come antipasto o come aperitivo.
Molto belli (e buoni) anche per un piccolo evento. Magari accompagnati da una salsina allo yogurt di soia in stile tzaziki o da una maionesa alla curcuma.
Concettualmente anche questi arancini sono di recupero perché si dovrebbe preparare il cous cous per un pranzo (e normalmente se ne fa molto!) e quello che avanza viene trasformato il giorno dopo in polpette. Esattamente come con il risotto di qualunque tipo!
Per comodità vi daremo la ricetta per una porzione più piccola, ma se volete esagerare, basta aumentare le dosi. Ecco a voi gli la ricetta degli arancini di cous cous