30/03/2020
Lucidità, ottimismo, programmazione.
Io quando programmo mi sento al sicuro.
Faccio liste per tutto. Quella della spesa, planning settimanale di cosa mangeranno i pernienteveganifigli, planning di quello che mangerò io, spese mensili della casa, piano editoriale dei miei post su Ig e sul blog, programmazione giornaliera delle attività di qualunque tipo e, di più ampio respiro, cosa faremo io e i ragazzi da qui fino a ottobre.
E poi il virus ci mette le corna, o sarebbe meglio dire la corona. E la vita ha un calo di frequenza, i giri di questo baraccone scendono e le liste si riducono, le programmazioni perdono di senso. Il “qui, ora” ha senso. Domani non sappiamo.
In realtà non lo sapevamo neanche prima, ma eravamo così convinti di sì… l’anestesia cerebrale è contagiosa. E’ peggio del Covid-19.
Ho smesso di programmare troppo. Faccio solo la lista della spesa per non scordarmi nulla quella volta a settimana che vado a fare le mie due ore di coda al supermercato.
E ho iniziato a praticare l’ottimismo in controtendenza a tutti questi numeri nefasti.
Telegiornale una sola volta al giorno per 15 minuti e poi vivo ora, qui. Ed è bello lo stesso. Anzi meglio.
#consapevolezza
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